Beatrice Alemagna, classe ’73, bolognese di nascita e oramai parigina d’adozione, dal 1996 ha pubblicato più di trenta testi tradotti in tutte le lingue del mondo, comprese quelle asiatiche.
Le sue storie e il suo modo di disegnarle vanno al di là dell’immaginario comune; le trame non sono propriamente classiche e, come lei stessa afferma, non hanno mai una sola interpretazione possibile e, forse, proprio per questo, è una tra le più apprezzate autrici contemporanee per l’infanzia.
In poche parole, Beatrice riesce a rappresentare un luogo e/o personaggi misteriosi ma significativi. Essenziale, immediata ed efficace.
Nelle letture che abbiamo realizzato lo scorso maggio, abbiamo scelto di leggere Le cose che cambiano, edito da Topipittori. L’illustratrice ci immerge in un paesaggio di cose rese indimenticabili dal loro essere effimere e ci lascia sorprendere della transitorietà delle stesse, restituendocele in un attimo di sospensione temporale, reso anche dalla particolare sovrapposizione delle pagine. Quando mai si ha la possibilità di poter osservare simultaneamente una tazza di caffè bollente poi intiepidito, un temporale poi finito, una ferita poi guarita? Beatrice ha voluto raccontarci tutto questo attraverso la corposità dei suoi colori. Questo rincorrersi di possibilità, sul finire del libro, inizia a sembrare un’attesa che l’autrice ci fa percorrere per meglio godere di una prossima rivelazione: «Ma c’è una sola cosa che non se ne va. E non se ne andrà mai». Cosa potrà mai essere?
L’eco che segue, nel giro-pagina successivo, non lascia possibilità di dubbio, nemmeno al tempo, che pare fermarsi nell’intensità di un lungo abbraccio.
Le cose, come il tempo, passano, ma non tutte sono destinate a dissolversi.
“Le cose che passano” è anche una serie di cose che ci trasformano, un album del nostro viaggiare nel tempo e uscirne sempre diversi. Allegoria cangiante dell’esistenza umana: per queste ragioni può dirsi un prezioso spunto di riflessione per tutti gli ordini scolastici, e non.
Alla scuola dell’infanzia, e ai primi anni della scuola elementare, può essere letto per sperimentare e potenziare i concetti di “prima” e “dopo”, di “passato”, “presente” e futuro”, nonché quello di “durata”.
Per gli adolescenti ed adulti può rappresentare un esperimento poetico, un invito ad esplorare con metodicità le cose che cambiano e le cose che ci cambiano. Per poi giungere ad una riflessione sulle cose che noi cambiamo e che possiamo cambiare.
Lo consigliamo quindi a…tutti! A chi soffia su tutti i soffioni che incontra, a chi non lascia al caffè il tempo di raffreddarsi, a chi teme i segni del tempo, a chi pensa che i pensieri neri non svaniscano e a chi crede che l’amore sia cieco, perché forse ci “vede” benissimo quando sceglie di non andarsene mai.
Mai.