Albi che parlano della morte

Il tema non è dei più divertenti e leggeri, ma in questo periodo di pandemia i bambini sono stati confrontati più del solito col tema della morte e molti hanno manifestato curiosità e interesse, cosa del tutto naturale.

Un amico mi ha chiesto di consigliargli un albo per la bimba di 4 anni, ma la risposta era tutt’altro che semplice e ho provato a spiegar(gli) qua il perché, oltre che a consigliar(gli) dei titoli (alcuni non ristampati ultimamente, ma che si possono trovare in lingua originale, alcuni in francese o in biblioteca).

Magari queste riflessioni possono interessare qualcun altro. La lista non vuole essere ovviamente esaustiva; se avete consigli o commenti, scrivete o commentate!

Una breve premessa: perché parlare di morte ai bambini?

La psicologia (Freud ma anche Piaget) indica che i bambini comprendono l’universalità e irreversibilità della morte solo verso i 6/7 anni, mentre alcune ricerche più recenti anticipano tale coscienza già ai 4/5 anni (Katia Scabello Garbin ne ha parlato affrontando il tema della morte nella letteratura dell’infanzia nel saggio Le terre della fantasia edito da Donzelli). Ha senso quindi proporre letture su questo tema a bambini di 4 anni? La risposta è sì se la domanda o l’interesse nasce da loro stessi, per esempio dalla visione di animali morti per la strada, dalla morte di persone care o, come in questo periodo, dalla onnipresenza del tema nei discorsi degli adulti o dalla tv.

La Letteratura infatti permette al lettore di avvicinarsi a temi anche perturbanti protetto dal filtro della finzione narrativa, senza alcuna pretesa di curarlo o educarlo, ma semplicemente facendogli vivere un’esperienza, consapevoli invece del fatto che il silenzio o l’indifferenza a un tema che pone domande o paure non libera certo dall’ansia o da tali paure.

Molti albi diversi

Gli albi che parlano della morte possono essere di diverso tipo :

– albi che parlano del tema in generale, in modo esplicito, sottolineandone la naturalità nel ciclo della vita;

– albi che parlano della morte di un nonno o un animale, esperienze vicine a quelle dei bambini. In questo caso i testi possono essere più o meno espliciti e presentare la morte in modi molto diversi, come un viaggio verso un altrove o come una fine.

– albi che ne parlano in modo indiretto, parlando di distanza, senso di separazione o abbandono, ma che possono essere utili per raccontare la morte e le emozioni che si vivono in tali circostanze.

Albi che presentano la morte in modo esplicito.

Uno dei testi più famosi, per il modo esplicito ma leggero e dolce in cui parla della morte, citata addirittura nel titolo, è L’anatra, la morte e il tulipano di Wolf Erlbruch edito da Edizioni E\O. Lorenzo, blogger di La Tata Maschio, in un’intervista sul tema (molto interessante!) ne parla così: L’autore, senza timori di sorta, presenta la morte come un personaggio, che sorride e fa sorridere, pone domande e non nasconde i suoi timori.

Molto bella e profonda l’analisi fatta da Radicelabirinto, che vi consiglio di leggere.

Intanto, se volete farvi voi stessi un’idea, potete vedere il libro in una videolettura

Un altro classico è Il cerchio della vita di Koos Meinderts, edito da Lemniscaat. Il leone ha paura della morte ma, volta imprigionatala, si rende conto che senza di essa la vita è ancora più dura. L’incontro con la morte diventa così la scoperta della bellezza della vita.

In un post nel suo blog, dove cita anche altri albi sul tema della morte , Priscilla del blog datemiunam lo presenta così : Ambientato nella savana, questo coloratissimo libro illustra come la morte sia l’inevitabile destino di ogni creatura. Che pasticci potrebbero accadere se ognuno di noi vivesse per sempre? In sole 32 pagine l’autore con spiazzante ironia presenta la morte non più come una nemica, ma come un personaggio positivo e gradevole.

Un altro testo molto bello e per certi versi più dolce è L’albero dei ricordi di Britta Teckentrup edito da Gallucci.

L’albo si apre con la morte serena di Volpe; nelle pagine successive tutti gli animali si riuniscono e la ricordano con affetto, ricordando ciò che amava o ciò che facevano assieme; questo ricordo condiviso fa crescere un grande albero dove tutti trovano rifugio. Sul blog Galline volanti si trova qualche immagine e una bella recensione.

Un testo decisamente più dissacrante e ironico è Elefante + elefante – di Helme Heine, edito da Salani: il conto delle cacche che l’elefante farà nella sua vita diventa un conto alla rovescia fino alla sua morte. Un libro ironico che cerca di raccontare la naturalità della morte. Qua trovate una recensione più dettagliata.

Un altro albo molto diretto è Non è facile piccolo Scoiattolo di E. Ramon e R. Osuna, edito da Kalandraka.

Il piccolo scoiattolo perde la mamma e vive sentimenti di dolore e rabbia fino a capire di averla sempre accanto a sé. Il testo può sembrare molto forte visto che presenta la morte della madre, ma il finale è molto sereno e positivo, cosa che lo ha reso un testo molto amato e usato anche nelle scuole, nei percorsi sul tema della morte.

Una recensione dettagliata si trova su mangialibri

Albi che parlano della morte dei nonni

Lorenzo, blogger di Tata Maschio, nella sua intervista di cui sopra, cita due grandi testi che raccontano, in modo diverso, la morte di un nonno.

Il primo, Ho lasciato la mia anima al vento di R. Galliez e E. Puybaret, Emme Edizioni, lo descrive come Un saluto poetico di un nonno al suo nipotino.

In questo testo la morte è assenza fisica ma presenza spirituale.

Qua si può vedere il libro in una videolettura

Di grande successo e molto noto è il secondo libro che cita: L’isola del nonno di Benji Davies, Giralangolo EDT. Il nonno, dopo tante avventure col nipotino tra cui un’avventura su un’isola meravigliosa, decide di restare su quell’isola e non tornare mai più.

In questo albo non si presenta la morte come la fine della vita, ma come una vita altrove. Ciò potrebbe rendere il tema meno duro, ma per alcuni potrebbe risultare una menzogna raccontata ai bambini. Dipende quindi da quale educazione (anche religiosa e spirituale) si vuole dare ai propri figli e se si vuole parlare della morte come un passaggio ad un’altra vita.

Su Scaffale basso si trova una bella recensione.

Qua si può vedere il libro in una videolettura.

Albi che parlano della morte in modo indiretto

Tra gli albi che parlano di distanza, senso di separazione o abbandono, Lorenzo di Tata Maschio segnala Il viaggio sul fiume di Beuscher Armin e Haas Cornelia, edito da Jaca Book. Scrive Lorenzo: Un gruppo di amici, tutti animali, si trova ad affrontare un evento imprevisto: uno di loro deve partire per un viaggio sul fiume e già sentono la sua mancanza.

Il testo mette al centro il sentimento di perdita più che il tema della morte. Potete trovare una bella recensione su questo blog.

Il tema dell’amore che non finisce (neanche dopo la morte) è trattato anche nel noto e molto amato Ti voglio bene anche se di Debi Gliori, edito da Mondadori.

Qua si può vedere il libro in una videolettura.

Altro albo che può parlare in modo (molto!) indiretto della morte è il bellissimo Le cose che passano di Beatrice Alemagna edito da Topipittori. Su Scaffale basso trovate una bella recensione e qua una bellissima videolettura animata e letta dall’autrice stessa.

Un esempio negativo

Per concludere cito un libro che per me rappresenta un esempio negativo, nonostante il suo grande successo. Come dicevo nella premessa, un libro non dovrebbe pretendere di insegnare il Vero, il Giusto e lo Sbagliato, come a mio avviso cerca di fare Il buco di Anna Llenas, Gribaudo edizioni. Questo libro infatti parla della sensazione di avere un vuoto dentro di sé, del modo sbagliato in cui si può cercare di riempirlo e del modo invece corretto di trovare in sé stessi gioia e vitalità. Messaggio assolutamente condivisibile, ma a mio avviso molto didascalico e ben poco evocativo e letterario.

Ve lo cito comunque, perché so che invece a molti piace quindi lascio a voi di giudicare guardandolo in questa videolettura.

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